Morsi e punture di insetto Morsi e punture di insetto

Morsi e punture di insetto

Le malattie trasmesse dagli artropodi

Molti sono gli artropodi che pungono per nutrirsi di sangue e la maggior parte di essi possono trasmetterci malattie che possono causarci seri danni. Alcuni insetti invece riescono a causarci malattie anche senza pungerci.

Si dice morsi o punture di insetti?

Si cerca spesso di riconoscere i morsi di insetti, anche se in questo caso non è corretto parlare di “morso”. É invece più appropriato riferirsi all’azione meccanica svolta in termini di punture di insetti, dal momento stesso che tutti gli insetti ematofagi pungono e non mordono.

Molti sono gli artropodi che pungono per nutrirsi di sangue e la maggior parte di essi ci trasmettono malattie che possono causarci seri danni. Alcuni insetti invece riescono a causarci malattie anche senza pungerci.

Gli artropodi vettori possono sempre infettarci?

La quasi totalità degli organismi ematofagi, con la sola eccezione delle cimici dei letti, sono potenziali vettori di malattie e questo rende la puntura di per se un problema marginale, per il danno molto maggiore che ci può provocare la malattia che ci viene inoculata. 

Gli organismi ematofagi vettori di malattie non sono sempre infetti ma lo diventano dopo aver punto una persona o un animale che invece ospita il parassita. Nutrendosi del sangue infetto, il vettore assorbe il patogeno che stabilisce un rapporto molto stretto con l’artropode, stabilendosi nel suo corpo, spesso nelle ghiandole salivari, dove si moltiplica. Successivamente quando l’artropode pungerà altri ospiti non infetti, vi inietterà il patogeno.

Questo meccanismo ci permette di trarre due conclusioni. La prima è che la stretta relazione che si stabilisce tra parassita e vettore necessita di una lunga coevoluzione e quindi non tutti i patogeni possono trovare in un qualsivoglia insetto un ambiente adatto per riprosursi. Di conseguenza solo alcune specie di artropodi  possono trasmettere determinate specie di patogeni. 

La seconda conclusione che possiamo trarre è che una zanzara che punge una persona infetta non diventa immediatamente infettiva ma deve attendere che il patogeno al suo interno si stabilisca e si riproduca, il che richiede un periodo più o meno lungo che varia da specie a specie.

Artropodi che pungono per nutrirsi e artropodi che pungono per riprodursi

La maggior parte degli artropodi che ci pungono lo fanno perché ematofagi, ossia si nutrono del nostro sangue. Per essere precisi però dobbiamo fare una differenza tra insetti che pungono per cibarsi di sangue e quelli che invece si nutrono di altre sostanze, in genere liquidi zuccherini, ma che per poter sviluppare le uova necessitano di un surplus proteico che ricavano appunto dal sangue. In questi casi quindi chi ci punge sono solo femmine.

Gli organismi che si nutrono di sangue e che lo fanno quindi ad ogni stadio di sviluppo, sia maschi che femmine, sono le cimici dei letti, le zecche, le pulci, i pidocchi e Stomoxys calcitrans, conosciuta anche come mosca cavallina. Chi invece ci punge per poter sviluppare le uova sono femmine di zanzare, pappataci, tafani e simulidi.

Insetti vettori e malattie trasmissibili

Gli artopodi in grado di trasmetterci malattie sono per lo più insetti ma troviamo anche alcune zecche. 

Gli agenti eziologici invece sono più diversificati e sono virus, plasmodi, protozoi e nematodi. 

Malattie da protozoi

Malattia di Lyme o borreliosi

La malattia di Lyme è causata dalla spirocheta Borrelia burgdorferi trasmessa da zecche infette. La sua sintomatologia cutanea è talmente particolare da rendere difficile confonderla con altro, mentre invece le tempistiche con cui le varie fasi della malattia si manifestano, può variare di molto. Li dove la zecca ci ha punto, dopo un periodo che va da qualche giorno fino ad un mese, compare un arrossamento in rilievo. Esiste quindi una strettissima correlazione tra zecche e malattia di Lyme.

Questo arrossamento va progressivamente allargandosi mentre si attenua al centro, creando così un effetto ad anello. Questo eritema risulta a volte caldo al tatto ma non provoca prurito né dolore, e scompare nel giro di alcune settimane. In altri casi la malattia di Lyme causa sintomi quali meningite, cefalea, mialgia, linfocitoma cutaneo e miocardite. Questi disturbi posso manifestarsi in modo fluttuante, o anche cronicizzare. Nelle forme gravi si verificano, anche a distanza di anni dall’infezione, alterazioni al sistema muscolare e nervoso nonché della cute e a livello cardiaco. Il 25 % dei soggetti non ha alcuna manifestazione.

Babesiosi

L’agente eziologico è una Babesia, ed è anch’essa trasmessa de zecche. Il batterio causa la distruzione dei globuli rossi a cui possono associarsi sintomi come febbre, spossatezza, nausea, vomito, e ovviamente anemia. I sintomi impiegano qualche settimana per manifestarsi.

Leishmaniosi

È causata da Leishmania ed è trasmessa dai pappataci del genere Phlebotomus. Negli uomini vi sono varie tipologie di leishmaniosi che vanno dalla cutanea alla viscerale che rappresenta la forma più grave e che, se non trattata, ha un esito fatale nella quasi totalità dei casi.

Nei cani invece la leishmaniosi si manifesta con alterazioni della cute e del pelo, emorragie, lesioni oculari disturbi di locomozione.

Malaria

La malaria in Italia è certamente stata per molto tempo la malattia trasmessa da zanzare più famosa, ma che ultimamente sembra stia cedendo lo scettro a Dengue, Chikungunya, Zika e West Nile, complice la sua eradicazione nel dopoguerra e le sempre più frequenti epidemie di queste ultime. L’insetto vettore sono le zanzare del genere Anopheles, a cui appartengono svariate specie, non tutte vettrici, che continuano a causare centinaia di migliaia di morti tutti gli anni attraverso Asia, Africa e Sud America. La malattia, causata da un Plasmodio, ha sintomi non particolarmente specifici e che consistono in febbre, mal di testa, vomito, diarrea. 

Malattie batteriche

Febbre bottonosa

Il responsabile è la Rickettsia conorii che è trasmessa dalle zecche. Si manifesta dopo circa 5-7 giorni dall’infezione e può perdurare per un paio di settimane, associata ad eruzione cutanea di tipo eritematoso sul corpo. È in genere benigna ma va curata per evitare conseguenze più serie. 

Tifo o febbre tifoide

L’agente eziologico che causa il tifo è una salmonella che si contrae per lo più consumando alimenti contaminati. Una delle cause di tali contaminazioni può essere rappresentata da mosche e scarafaggi.

Tifo esantematico

È causato da Rickettsia prowazekii che è trasmessa all’uomo dal pidocchio del corpo Pediculus humanus corporis. Questo insetto è in grado di trasmettere anche la Febbre delle trincee a causa della sua diffusione nelle trincee della prima guerra mondiale, causata da Rochalimaea quintana. Questa malattia è oggi ormai rarissima.

Peste

Causata dal batterio Yersinia pestis, una volta chiamata Pasteurella pestis, è trasmessa dalla pulce del ratto, Xenopsylla cheopis, responsabile di terribili epidemie tra cui quella di peste nera che tra il 1347 e il 1353 uccise un terzo della popolazione europea. È una malattia tuttora presente in alcune parti del mondo ma perfettamente curabile e che non costituisce più un flagello come era nel passato.

Nematodi

Dirofilaria

L’agente è Dirofilaria immitis ed è trasmessa della zanzara tigre ai cani. I nematodi, piccoli vermetti, si collocano nella zona sottocutanea ma entrano anche nel sistema circolatorio e possono creare occlusioni a livello di arteria polmonare e ventricolare.

I vettori meccanici di malattie

Molti insetti sono in grado di trasmettere malattie anche senza pungere, trasportando i patogeni in modo puramente meccanico, ossia frequentando substrati infetti e veicolando sul loro corpo i pericolosi organismi. Questi organismi possono trasportare i patogeni anche dentro il loro corpo ma a differenza di vettori biologici, come le zanzare, il rapporto con il patogeno non è specifico E’ il caso delle mosche e delle blatte le quali possono trasmettere batteri, protozoi e elminti. Una malattia potenzialente veicolata da questi insetti è ad esempio il tifo.

Dott. Andrea Drago
Entomologo

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