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Tarme

Quali sono e come tenerle lontane

Questo termine è usato per indicare alcune specie di lepidotteri le cui larve si nutrono di tessuti o di derrate alimentari, a volte però questo nome si usa anche per riferirsi ad altri insetti.

Tipi di tarme: specie e caratteristiche

Le tarme sono lepidotteri di piccole dimensioni, ossia farfalline, che hanno la cattiva abitudine di nutrirsi dei nostri maglioni o di infestarci la farina per la polenta o la frutta secca che conserviamo per farci magari una torta. Ecco le specie più comuni che possiamo trovare in casa:

Le tarme dei vestiti: Tineola bisselliella

Le tarme dei vestiti o tarme dei tessuti, sono farfalline davvero piccole, lunghe pochi millimetri e volano poco preferendo camminare o saltellare. Queste tarme allo stadio adulto vivono una manciata di giorni, non si nutrono e non possono quindi essere loro le responsabili dei buchi che troviamo nei nostri abiti.

Ma proprio innocenti non sono, in quanto sono proprio le larve di tarma che fuoriescono dalle uova deposte dalle tarme dei vestiti adulte a nutrirsi di tessuti di lana (da qui anche il nome di tarme della lana), ossia i nostri cari maglioni. Se gli adulti sono piccoli, le larve lo sono ancora di più ed è molto difficile vederle mentre più facile è individuare i piccoli bozzoli in cui si avvolgono quando si incrisalidano per eseguire la metamorfosi.

Le tarme della farina: la tignola fasciata Plodia interpuntella e la tignola grigia della farina Ephestia kuehniella

Soprattutto la tignola fasciata è estremamente comune e chiunque di noi almeno una volta nella vita l’ha vista svolazzare in cucina o strisciare allo stato di larva sul mobiletto della dispensa. L’adulto di tarma fasciata, lungo poco meno di un paio di cm, è difficile da confondere con un altro insetto per via delle ali mezze grigie e mezze marroni, mentre la tarma della farina ha un aspetto più dimesso ed è completamente grigia anche se con screziatura più scure. Anche in questo caso però gli adulti non fanno danni diretti ma le uova che essi depongono invece danno luogo a larve estremamente voraci. Le larve della tarma fasciata sono molto adattabili e si nutrono di una grande varietà di substrati alimentari quali farine, biscotti, frutta secca, cioccolata, perfino tisane e granaglie, tutto o quasi costituisce un cibo gradito da questi insetti, motivo per il quale è chiamata anche tarma del cibo. Le larve della tarma della farina invece sono decisamente più schizzinose e si sviluppano essenzialmente su farine ma possono infestare anche prodotti panificati.

Le larve vivono nella massa di cui si nutrono, lasciandosi dietro dei sottili fili di seta che ci fanno capire quando la nostra farina è o è stata infestata da questi insetti. Poco prima di incrisalidarsi, la larva, bianchiccia e con la testa scura, si allontana dal substrato in cui si è alimentata e vaga in cerca di un luogo protetto in cui incrisalidarsi. È questo il momento quando possiamo vederle strisciare sul muro.

Le larve mature hanno un forte apparato boccale che permette loro anche di forare confezioni di plastica sottile per uscire.

Quante specie di formiche esistono e quali sono le più frequenti?

Esistono circa 16.000 specie di formiche e tra queste ne troviamo davvero di ogni colore, dimensioni ed abitudini. Alcune formiche sono voraci predatrici, altre tranquille agricoltrici, alcune sono schiaviste, prelevando larve da altri nidi per metterle al loro servizio. Alcune specie mordono, altre pungono, certe saltano, altre spruzzano acido, ma sono tutte sociali. Alcune si accontentano di una regina, altre specie invece ne hanno diverse.

Le specie che più comunemente troviamo nelle nostre case o nei nostri giardini però non sono molte:

Formica nera (Lasius niger)

È di colore nera e lunga 4-5 mm. Scava il nido nel terreno o tra le fessure delle pavimentazioni. È una formica molto comune in ambiente esterno e raramente entra in casa dove comunque non nidifica mai. È ghiotta di sostanze zuccherine.

Formica carpentiere (Camponotus spp)

È una delle specie di maggiori dimensione del nostro paese superando il centimetro di lunghezza. Il nome deriva dall’abitudine di costruire il nido nel legno, soprattutto quello morbido e compromesso da funghi o già attaccato da insetti xilofagi. Questo formiche non si nutrono quindi di legno che considerano solo come materiale per costruirsi una casa solida, con ottima coibentazione ed assolutamente antisismica.

Formica testa rossa (Crematogaster scutellaris)

È detta anche formica rizzaculo, per il fatto che quando viene attaccata solleva l’addome dalla cui estremità produce una goccia di una sostanza che risulta repellente per le altre formiche. Ha la caratteristica di fare spesso il nido nel tetto delle nostre case, in genere nello strato di coibentazione, da cui la vediamo andare a venire formando lunghe ed ordinate colonne. Se le spruzziamo con un insetticida ne uccidiamo alcune ma il giorno dopo vediamo che hanno semplicemente cambiato strada, numerose quanto prima.

Formica faraone (Monomorium pharaonis)

Lunga appena un paio di millimetri è color sabbia e forma una fitta rete di nidi satellite tra loro collegati, che ne può rendere molto difficoltoso il controllo. E’ piuttosto invasiva e può creare notevoli infestazioni.

Tetramorium caespitum

Lunga 2-3 mm è detta formica dei marciapiedi in quanto stabilisce volentieri il nido nelle crepe delle pavimentazioni. È una specie invasiva ed aggressiva.

Altre tarme

Anche altre sono le farfalline che possono infestare la nostra dispensa ma sono poco comuni, e sono un rischio più che altro per le industrie alimentari, i mulini o i grandi depositi di farine.

Le tarme come cibo per rettili, ma non solo

Per l’allevamento di molti anfibi o rettili, ma anche per andare a pesca, si usano le larve del coleottero Tenebrio molitor. È questo un insetto che si alleva molto facilmente le cui larve si nutrono di pane vecchio, crusca, patate, farina etc.

Essendo un coleottero non dovrebbe essere chiamato “tarma”, mentre invece è proprio questo il nome che viene usato per indicarne le larve, ossia “tarma della farina”. Altri nomi usati per riferirsi alle larve di Tenebrio sono “camola della farina” o “caimano”. La facilità con cui questo insetto si alleva è anche dovuto al fatto che non salta, non vola e non si arrampica su superfici lisce e quindi è sufficiente tenerli in un contenitore di plastica e non è nemmeno necessario il coperchio.

Oltre che per nutrire i nostri strani animali da compagnia, le larve di tenebrio sono anche buone per l’alimentazione umana. Soffriggetele con dell’aglio e usatele per guarnire tartine o insalate di spinaci.

Come tenere lontane le tarme

Contro questi insetti infestanti si possono ipotizzare varie strategie di intervento:

Barriera fisica

Consiste nell’impedire fisicamente agli insetti di raggiungere il materiale di cui si nutrono. Nel caso della tarma del cibo quindi, le confezioni devono essere integre e, una volta aperte, il contenuto deve essere spostato entro un contenitore chiudibile ermeticamente per evitare di ritrovarci le larve nella pasta. Bisogna fare attenzione in quanto le larve appena nate sono molto piccole e riescono ad entrare in confezioni non ermetiche, tipicamente quelle di carta o cartoncino. Per quanto riguarda la tarma dei tessuti essendo questa ancora più piccola, anche gli adulti sono in genere in grado di entrare in cassetti ed armadi.

Individuazione del substrato infestato

Quando iniziamo ad osservare individui di tignola fasciata svolazzarci in cucina o vediamo qualche larva che cerca un luogo per incrisalidarsi, vuol dire che abbiamo una infestazione in corso.

La cosa da fare è quindi setacciare la nostra dispensa per individuare gli alimenti infestati dalle tarme del cibo e liberarcene, e trasferire gli alimenti infestabili in contenitori ermetici. Questo perché potrebbero essere presenti larve o uova che non riusciamo a vedere e se così fosse gli insetti almeno resterebbero confinati nel contenitore. Per individuare gli alimenti infestati bisogna osservarli accuratamente alla ricerca di danni od escrementi oppure, nel caso di alimenti polverosi o granulari come riso, farina e cous cous, osservare le particelle di riso che si incollano agli invisibili fili lasciati dalle larve. 

Monitoraggio con trappole per tarme

Esistono in commercio trappole a colla per la cattura degli adulti delle tarme, sia dei tessuti che del cibo. Queste trappole sono per lo più attivate da un feromone sessuale normalmente prodotto dalle femmine, ed attirano quindi solo i maschi.

Queste trappole non possono quindi avere un effetto di eliminazione della popolazione in quanto è praticamente impossibile che tutti i maschi vengano catturati prima di aver fecondato le femmine. La funzione di queste trappole è quindi quella di monitorare la popolazione e farci capire tempestivamente quando una infestazione sta per avere inizio, così da poter intervenire prima che si verifichino danni consistenti.

Azione preventiva con repellenti per tarme

Per le tarme dei tessuti sono disponibili prodotti in grado di rilasciare vapori con azione repellente nei confronti degli adulti. Posizionati in armadi e cassetti questi prodotti evitano la deposizione di uova sui nostri vestiti.

Azione curativa: come eliminare le tarme

Come i prodotti che emettono vapori repellenti, vi sono prodotti per eliminare le tarme che rilasciano vapori ad azione insetticida e che posizionati in armadi e cassetti uccidono adulti, e alcuni di essi anche le larve. Lo stesso prodotto ovviamente ha anche una azione preventiva. Tali prodotti non sono adatti per essere usati nella dispensa contro la tarma del cibo, per il rischio di contaminazione dei nostri alimenti. Esistono poi le bombolette spray che sono estremamente efficaci contro le tarme dei tessuti e che possono essere anche usati contro le tarme del cibo per bonificare gli armadietti da larve, crisalidi ed adulti, ovviamente dopo aver rimosso gli alimenti.

Non tutte le tarme sono tarme

A volte si definiscono erroneamente come “tarme” i tarli del legno, ossia piccoli coleotteri che si nutrono di legno molto vecchio entro il quale scavano gallerie.

Dott. Andrea Drago
Entomologo

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